Itinerario "Nonna Maria"
L’Itinerario “Nonna Maria” ti permetterà di visitare 4 robbe (Farcuna, Nascariddi, Piddizzuna, Liuzza), una vecchia masseria (A curma), tre antichi abbeveratoi, una chiesetta sperduta dedicata a San Giuseppe e le rovine del Monastero di San Martino per scoprire, attraverso leggende dimenticate, l’origine di Milena insieme alle storie dei suoi vecchi abitanti.
Itinerario "Nonna Maria"
Storia, tradizioni, paesaggi
L’Itinerario “Nonna Maria” ti permetterà di visitare 4 robbe (Farcuna, Nascariddi, Piddizzuna, Liuzza), una vecchia masseria (A curma), 3 antichi abbeveratoi, una chiesetta sperduta dedicata a San Giuseppe e le rovine del Monastero di San Martino per scoprire, attraverso leggende dimenticate, l’origine di Milena insieme alle storie dei suoi vecchi abitanti.
Il tutto condito da paesaggi mozzafiato dell’entroterra siciliano attraversando antichi sentieri custoditi dal cuore del territorio. Incontrerai tanti bellissimi borghi ma un solo paese delle robbe, dalle caratteristiche uniche!

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IL PERCORSO

Dopo aver attraversato l’ancora originario, antico cuore di Robba Farcuna, molto viva e abitata, ormai quasi inglobata dal centro urbano, e Robba Nascariddi, invece diroccata, isolata e disabitata robba rimasta intatta, si arriva all’antico abbeveratoio di Musa: non solo, come tutti gli abbeveratoi, punto d’incontro (e spesso scontro) sociale di quando si andava “all’acqua” (l’acqua in casa, sino agli anni cinquanta, ancora non esisteva) ma, il particolare abbeveratoio di Musa, è anche lo scenario di antiche leggende (già le leggende di Milocca, da sole, potrebbero essere il perfetto fil rouge per l’esplorazione di angoli antichi e nascosti dai significati profondi).

Durante il racconto, attraverso i primi accenni alla particolare origine delle robbe, ci si sposta nel cuore di Robba Piddizzuna, come un minuscolo borgo quasi intatto. Ne attraverseremo le viuzze alla scoperta delle antiche storie di persone e luoghi, porta per porta, sino a raggiungere la minuscola chiesetta di San Giuseppe della Campagna, con la sua statua sudamericaneggiante, protagonista di un’altra leggenda, legata alla sua creazione, e della festa, a maggio, con gli antichi giochi popolari tra cui “l’antinna” (una sorta di albero della cuccagna).
Da lì, oltre ad un altro antico abbeveratoio (Milena, proprio per la sua conformazione caratterizzata dalle robbe, ne ha tantissimi oggi e ancora di più in passato), si gode di una magnifica vista della vallata con, sullo sfondo, Sutera e la sua rocca. La nonna Maria era la nonna materna di Carmelo e questo itinerario è accompagnato dalle storie che lei raccontava. Una di queste narra di quando si riunivano per vedere scendere le processioni di San Paolino e Sant’Onofrio dalla montagna di Sutera. Questa storia è molto particolare perché, per la festa di San Paolino, ogni martedì dopo pasquetta, la statua del nobile Santo, Vescovo di Nola, scende da sola, per risalire la domenica successiva, ed è possibile da lì distinguere nitidamente le persone e la statua durante la processione. Nonna Maria raccontava di come andassero ad appostarsi presso la chiesetta di San Giuseppe con delle uova sode, tipiche del periodo pasquale, o con “lu gadduzzu” di Pasqua, dolce che, a sua volta, conteneva un uovo sodo per mangiarlo durante la discesa della processione. Per la festa di Sant’Onofrio, invece, la prima domenica di agosto, il Santo Eremita scendeva accompagnato da San Paolino perché, come narra la leggenda, grazie ad un miracolo riuscì a sfuggire alle fiamme del diavolo, e per questo è intimorito ad affrontarle da solo. Addirittura, a quei tempi, quando la montagna non era ancora ricoperta da alberi ma solo da sterpaglia, si soleva, per tradizione, incendiare la montagna durante la discesa dei Santi sempre accompagnati dalle loro preziose urne che ne custodiscono le reliquie.
Racconta Carmelo: “Robba Piddizzuna è la robba della mia infanzia, dove sono cresciuto, c’è ancora la casa disabitata dei miei nonni … potrei raccontare la storia e il significato di ogni granello di gesso di cui è composta, chi abitava ogni porta e tantissimi dei suoi segreti …”.

Successivamente si procede alla scoperta di Robba Liuzza, piccolina, sperduta e quasi disabitata, della diroccata masseria di A Curma e, infine, si arriva sino alle rovine dell’antico monastero di San Martino, a cui sono legate diverse leggende, culla della storia milocchese da cui le robbe nacquero: attraverso l’assegnazione dei terreni del monastero agli abitanti di Sutera, cominciarono a formarsi le prime robbe. Da qui si possono vedere chiaramente, oltre a paesaggi magnifici, il paese di Bompensiere e nuovamente le robbe Nascariddi, Piddizzuna e Patini.
cosa aspettarsi
Questo itinerario, attraversando un’antica trazzera nascosta che permette di ammirare un magnifico paesaggio tipico dell’entroterra siciliano, si lega perfettamente all’Itinerario “La rivolta delle donne di Milocca”.
Paesaggi unici
Paesaggi mozzafiato dell’entroterra siciliano attraversando antichi sentieri custoditi dal cuore del territorio
E-Bike
Questo itinerario può essere svolto sia a piedi che in E-bike, senza costi aggiuntivi.
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